Mi considero lieto ed onorato di portare il mio saluto ed esprimere alcune riflessioni in questo libro in cui Flavio Dalla Libera racconta il "Museo della Civiltà Contadina" che Carlo Etenli ha voluto, pezzo dopo pezzo, realizzare nella sua Grancona. Visitare il Museo, possibilmente con la guida del suo autore, sempre disponibile e generoso, vuoi dire rivivere un passato che prima degli anni cinquanta del secolo scorso, era vita, lavoro, fatica, non solo per questa terra, la Val Liona, ma anche per la splendida area berica e gran parte del Veneto.
Lavori, attrezzature, macchinari che ora si possono trovare nei libri di storia, rivivono
nel museo e vengono ben descritti in questo libro. Penso alle pagine dedicate all'allevamento
del baco da seta, ai macchinari per la filatura e la tessitura della lana,
della canapa, del lino, ai lavori della trebbiatura del grano e del mais, il mulino ad
acqua, gli attrezzi agricoli a mano e poi tanti, tanti trattori, ma anche l'aula della
scuola con le patetiche preghiere per il Re e per il Duce!
E' ammirevole, quasi inspiegabile, come un uomo da solo e di modestissime origini,
figlio di genitori trovatelli, che ha conosciuto fin da bambino il duro lavoro dei campi,
in una terra arida perché collinare, tanto che ha dovuto emigrare il Francia, per
cercare un pane meno duro, abbia potuto e saputo realizzare tutto questo.
Il libro non è solo una pregevole guida al Museo, ma un approfondimento della storia,
della cultura, delle tradizioni, delle problematiche di questo nostro territorio. Viene
spontaneo osservare che quelli descritti erano i tempi della fame dei veneti e non
delle diete di questa società del benessere, erano i tempi della nostra emigrazione e
non della immigrazione odierna, erano però anche i tempi, nonostante tutto, dei valori
e della speranza.
Chi tornava dall'estero, più o meno povero di quanto lo fosse alla partenza, suscitava
interesse fra i paesani che dicevano "quello sa tante cose perché ha girato il mondo!".
E' stato appunto in Francia che Carlo Etenli ha visto che gli oggetti del passato venivano
conservati per la memoria futura e non distrutti come spesso si è fatto da noi,
quasi ad esorcizzare la miseria e ha maturalo l'idea del Museo.
Con il rientro in Patria ha conosciuto una crescita sia sul piano civile, è stato Sindaco
di Grancona, sia su quello umano, ha mantenuto una caratteristica semplicità
e saggezza da esser punto di riferimento per molti anche per la soluzione di problemi
familiari, non mancando di elevare le proprie condizioni economiche, come è avvenuto
in generale per la nostra società.
Ora il libro si completa e si integra con il Museo ed entrambi insegnano ai giovani e
alle future generazioni le fatiche dei padri, valori che vanno conservati, poiché senza
memoria del proprio passato un popolo non può avere un avvenire.
Vorrei ancora coniugare la particolarità del 1929 con "la grande nevicata e il grande
freddo tanto che morivano le piante da frutto, olivi e viti", con la nascita di Carlo
Etenli, come si fosse forgiato, nel carattere e nella volontà, agli eccezionali rigori di
quell'anno.
Se mi fosse chiesto quale sia l'oggetto che più mi ha impressionato del Museo troverei
senz'altro imbarazzo nel formulare una graduatoria; ma direi il "buso".
Si tratta di una piccola botticina ove venivano inseriti, in piedi, i bambini appena
avevano mangiato il latte. La popolazione aveva constatato che tale mezzo, sorto per
dare temporaneo sollievo alla fatica delle mamme occupate anche nel lavoro dei campi,
riduceva drasticamente la mortalità infantile.
In altre parole si erano scoperti i benefici effetti del ruttino dei bambini prima che
prendessero sonno, evitando così il vomito e spesso il loro soffocamento.
Se questa non è civiltà!
Sono certo che le giovani e future generazioni sapranno esser grate a Carlo Etenli per il suo impegno, nonché per essere stato testimone della parte migliore del nobile popolo veneto passando da emigrante ad imprenditore, a Sindaco, ad appassionato di cultura, rimanendo sempre e comunque, un uomo saggio!
GAETANO FONTANA (Consigliere regionale del Veneto e Presidente della terza commissione del Consiglio)